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Piano di eradicazione della Peste Suina Africana, a Sassari la riunione dei servizi veterinari ATS Sardegna

Si è svolta questa mattina, nella sede dell’ATS Sardegna, la riunione dei responsabili dei servizi veterinari impegnati nel piano per l’eradicazione della Peste suina africana, coordinato dall’Unità di Progetto regionale. Durante l’incontro sono stati analizzati due aspetti: l’attuazione delle azioni di controllo previste dal programma regionale e lo stato di diffusione del virus nei paesi dell’Unione europea.

Il coordinatore unico dell’ATS Sardegna sulla Peste suina africana, Francesco Sgarangella, si è soffermato sul lavoro svolto dai servizi veterinari a cui è stato affidato il compito di controllare le oltre 15mila aziende suinicole sarde verificando la conformità alle norme sull’anagrafe suina, l’identificazione dei capi, la bio-sicurezza degli allevamenti e il benessere animale per poi assegnare la qualifica sanitaria di azienda certificata per la Psa. Si tratta di un’attività complessa che i veterinari stanno svolgendo sul territorio anche sulla base dei fattori di rischio evidenziati dall’osservatorio epidemiologico veterinario.

«Nel biennio 2017/2018 i veterinari dell’ATS Sardegna hanno controllato oltre 15.000 aziende suinicole e hanno effettuato centinaia di controlli sulla filiera agro-alimentare, sulle macellazioni, sulla trasformazione e sulla commercializzazione dei prodotti - ha dichiarato Sgarangella. L’obiettivo di questa imponente azione sanitaria è quello di mettere in sicurezza gli allevamenti dal virus della Peste suina africana che purtroppo continua a circolare nei cinghiali e negli animali bradi, anche se in misura molto ridotta rispetto al passato. Bisogna assolutamente incentivare la bio-sicurezza per ridurre i fattori di rischio che determinano la persistenza del virus nell’isola. Un risultato che si può ottenere soltanto grazie alla collaborazione degli allevatori, dei cacciatori e degli operatori del settore alimentare che tanto si sono spesi in questi anni e che dobbiamo ringraziare per la loro disponibilità».

Il coordinatore unico si dice comunque soddisfatto delle azioni poste in essere dal personale dei servizi veterinari: «Siamo orgogliosi del lavoro svolto sul territorio e dei risultati ottenuti, anche alla luce delle continue attestazioni di apprezzamento che arrivano dal panorama veterinario internazionale - conclude Sgarangella. Persistono però alcune criticità che dobbiamo debellare per poter vincere la nostra sfida volta esclusivamente al rilancio della filiera suinicola sarda».

Il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Alberto Laddomada, ha descritto lo stato di diffusione del virus della Psa nei paesi dell’Unione europea: «Mentre in Sardegna il numero dei focolai cala di anno in anno, nei paesi orientali dell’UE si registrano nuovi casi di diffusione della Peste suina africana. Attualmente la presenza del virus è molto sentita in Polonia e in Romania, mentre in Belgio sono stati ritrovati, nei giorni scorsi, alcuni cinghiali infetti. Si tratta di un quadro che se da un lato sottolinea la qualità del lavoro fatto in questi anni in Sardegna, dall’altro porta a un aumento della tensione attorno alla malattia, tensione che sfavorisce un allentamento delle misure restrittive attualmente adottate nei confronti della Sardegna. È perciò quanto mai necessario un ulteriore sforzo per raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione del virus dalla nostra isola».

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